Notte Magica

Notte.

Sdraiata su un prato, una donna volge lo sguardo al cielo, il silenzio è totale, sembra persino che il Vento si sia messo d’accordo con la Notte stessa per non disturbare quel magico momento.
Guardare il cielo stellato e aspettare che una stella cadente esaudisse i suoi desideri, questo era il gioco preferito di Alma nelle sere d’estate…fino al compimento del suo quarantatreesimo anno d’età. Proprio la notte del suo compleanno Luca le aveva detto che la loro storia era finita, che sarebbe sparito dalla sua vita. Lei lo aveva ascoltato, aveva visto Luca allontanarsi, aveva guardato il cielo con il volto bagnato dalle lacrime proprio mentre una stella cadente lo solcava, ed era stato in quel attimo che Alma aveva maledetto l’Universo e tutte le sue stelle.

Notte.
Il Vento, per la seconda volta dopo tanti anni, si era accordato con la Notte per regalare il Silenzio e tornare a rendere magico ogni istante, perché quelle ore potessero far rivivere emozioni intense a chi aveva dimenticato. Le stelle ce la mettevano proprio tutta per attirare lo sguardo della donna che una volta era una loro cara amica, avevano la segreta speranza che, solo per un attimo, quel volto tornasse a vivere guardandole.
Ma Alma continuava a fissare il vuoto indifferente a tutto.
Aveva smesso di credere, dopo Luca ancora un paio di storie con la speranza che qualcuno le riempisse il cuore con emozioni mai più provate, e invece il nulla, quel vuoto aveva continuato a opprimerla fino ad abituarla e poi farle decidere che nella sua vita non ci sarebbe mai più stato spazio per l’Amore.
Era stata una decisione sofferta che l’aveva portata all’indifferenza, l’unica sua arma in grado di non farla soffrire.
Quella però era una notte strana, Alma non poteva saperlo ma la sua vita sarebbe cambiata proprio grazie a quelle stelle che aveva maledetto – una stella! una stella! – l’urlo aveva rotto il silenzio e lo sguardo di Alma si era riempito improvvisamente del paesaggio intorno a lei svuotandola dai pensieri. Chi poteva essere a quell’ora ad aver gridato tutta la sua gioia al cielo? Sporgersi dal balcone della casa di riposo poteva essere pericoloso ma la curiosità era tanta e forse valeva la pena capire.
Uno sgabello per alzare la testa oltre il balcone, un colpo di pettine ai capelli, un sorriso per un gesto dimenticato.
Gli occhi di Alma, oramai abituati al buio, videro nel prato sottostante, sopra un plaid, un uomo che indicava il cielo con un dolce sorriso – regalo il mio desiderio a chi verrà a farmi compagnia – un desiderio? Alma non aveva più nessun desiderio da esprimere soprattutto a ottantatré anni. Scosse la testa – non è per me – lo sgabello tornò al suo posto, le sue gambe la fecero tornare indietro alla sua camera dove si sarebbe messa a dormire e avrebbe dimenticato quella voce che sembrava di bambino.
Una volta ci sarebbero volute ore prima di finire la lista dei suoi desideri, li avrebbe elencati uno per uno per poi lanciarli alle stelle che li avrebbero esauditi, forse con calma, ma l’avrebbero fatto.
E ogni volta un sospiro di speranza accompagnava i suoi gesti.
Questa volta il sospiro sembrava di abbandono.
Sul comodino la fotografia di Luca, immagini, rimpianti e, come tutte le notti, le immancabili lacrime – regalo il mio desiderio – quella frase continuava a tormentarla, risuonava nella sua testa. Quell’urlo l’aveva scossa, quasi come fremiti di vita tornati a impadronirsi del suo corpo e della sua mente, sensazioni dimenticate ma pronte a farle ricordare che tutto poteva tornare come una volta.
Dopo tutti quegli anni c’era voluto davvero poco per farla tornare bambina. Lo sguardo ora era deciso – voglio quel desiderio. Lo voglio con tutta me stessa – Alma aprì la porta della sua camera stando attenta a non svegliare nessuno, camminò a piedi nudi per il corridoio con la speranza di non essere notata, arrivò alla porta d’ingresso, girò la chiave per fortuna dimenticata nella serratura, ruotò la maniglia e respirò l’aria fresca della notte mentre l’erba le solleticava i piedi bagnandoli di quella rugiada notturna.
Un breve viale l’avrebbe portata sul prato e lì avrebbe fatto suo il desiderio che quell’uomo voleva regalarle – dovrei tornare indietro, come posso fare compagnia in piena notte a un uomo che non conosco? – un attimo di esitazione, solo un attimo mentre i suoi piedi continuavano a insistere nel voler proseguire.
Doveva ascoltarli. Voleva ascoltarli.
L’uomo era sempre coricato a fissare il cielo in attesa di donare quello che una stella cadente avrebbe donato a lui – davvero puoi farmi questo regalo? – chiese Alma quasi col timore di una risposta negativa.
L’uomo annuì, allargò il plaid, le fece segno di coricarsi – solo se mi farai compagnia – Alma aveva lasciato da parte ogni preoccupazione, credeva a quelle parole, era felice, non voleva mai più fissare il vuoto, voleva colori intorno a lei, risa di bambini, il calore del sole e la dolce carezza della Luna – Vorrei tornare bambina. Vorrei rivedere Luca. Vorrei nuotare, correre. Vorrei mangiare una pizza intera. Vorrei solo tornare a vivere – l’uomo la guardò – chiudi gli occhi solo per un momento, promettimi questo e ogni desiderio si avvererà come per magia – Alma chiuse gli occhi, assaporò il silenzio e attese la magia…
Trascorsero alcuni istanti poi Alma aprì gli occhi, il sole era ancora a est, lei era stesa sul plaid e accanto non aveva nessuno – ho sognato. Giuro! questa è l’ultima volta che mi abbandono, che credo – notò che la vestaglia non era bagnata dalla rugiada, strano.
Alma sperava che nessuno si fosse accorta della sua sparizione, doveva arrivare nella sua camera prima che l’infermiera venisse per la terapia, non avrebbero certo capito il perché di quella notte passata fuori, e forse le avrebbero aumentato le dosi dei farmaci preoccupate per quell’uscita all’apparenza senza senso.
Poi Alma si accorse che…
La casa di riposo non esisteva più, al suo posto una villetta cintata da basse siepi – sto sognando – la bocca aperta dalla sorpresa – non è possibile! Quell’uomo mi ha regalato davvero il suo desiderio – un rumore, la porta della villa che si apre – ciao – Luca la guardava come fosse la prima volta, a Alma sembrava la guardasse sempre così. Luca aveva i capelli bianchi, la barba incolta, ma nonostante gli anni passati, era splendido e affascinante – sei sempre più bella – Alma si girò indietro, non c’era nessuno, Luca parlava veramente a lei – tu eri andato via – Luca la guardò – era solo un viaggio di lavoro, lo sai che non posso stare senza te – Alma non poteva crederci, in una sola notte la sua vita era radicalmente cambiata – ti amo Luca, è come se il tempo si fosse fermato per non cambiare quello che ho sempre provato per te. Mi sei mancato – una corsa verso lui, un bacio intenso, e il piacere di tenerlo stretto a se come ad aver paura che tutto svanisse, che la casa di riposo riapparisse e che il vuoto nel cuore e nell’anima tornasse per non lasciarla mai più.
Un sorriso di chi sa che nulla di tutto quello poteva succedere, le sue paure potevano sparire, lei ora era con Luca e finalmente la Vita, dopo tante sofferenze, tornava a sorriderle.

Mattino.
Una leggera nebbiolina avanzava lentamente dando al paesaggio un aspetto particolare, come se quella notte qualcuno avesse operato una magia e ora volesse nascondere alla vista degli umani i suoi incantesimi per chissà quale arcana ragione.
L’infermiera era entrata nella stanza di Alma – sveglia, devi prendere la terapia – le finestre spalancate a un nuovo giorno che di nuovo non aveva nulla, voltarsi e accorgersi che il letto era vuoto, preoccuparsi e uscire per andare a vedere dove fosse andata Alma.
Il breve viale che portava al giardino iniziava a riempirsi di persone stanche, di infermieri stanchi. Arrivati al prato tutti videro una signora sdraiata su un plaid, la vestaglia bagnata dalla rugiada, i capelli perfettamente pettinati, il volto sorridente e sereno di chi sta sognando di non essere in quel posto.

Alma passeggiava su un viale alberato in compagnia del suo grande Amore, si era girata e aveva visto alcune persone guardare un corpo esamine, aveva preso la mano di Luca – ti amo Alma – era felice, finalmente un sospiro d’amore – ti amo Luca – la nebbiolina si faceva sempre più spessa nascondendo Alma e Luca alla vista del Mondo.
E un Angelo sorrideva seduto su un plaid.

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